Il Santo di Canterbury

Per quanto la Cattedrale di Canterbury sia intitolata a San Pietro, il suo vero protagonista mistico/religioso è San Tommaso Becket (St. Thomas à Becket). Fu assassinato, e quindi considerato martire sia dalla chiesa Anglicana che dalla chiesa Cattolica, proprio all’interno della Cattedrale da quattro cavalieri, che interpretarono una frase di Enrico II Re d’Inghilterra, come comando per questa missione. Era il 29 dicembre 1170.

“What miserable drones and traitors have I nourished and brought up in my household, who let their lord be treated with such shameful contempt by a low-born cleric?”

Il Re si riferisce a diverse scomuniche emanate da Thomas, al tempo Arcivescovo di Canterbury, verso alti prelati ed al Re stesso, per aver concesso l’incoronazione del nuovo erede ad altri e non al preposto Arcivescovo di Canterbury.

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Gli screzi e i dissidi erano comunque storia antica tra Thomas e Enrico.

Il Dramma “Murder in the Cathedral” di T. S. Eliot racconta questa storia, ed è sicuramente la più celebre narrazione di questo evento. I pellegrini di Chaucer che partono dalla Tabard Inn in Southwark a Londra, per arrivare appunto a Canterbury (nei Canterbury Tales), intraprendono il viaggio proprio per andare sulla tomba di St. Thomas.

Nel 1986 sul luogo esatto dell’omicidio fu installata un’opera di Giles Blomfield di Truro, che rappresenta le quattro spade dei quattro cavalieri.

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Fu uno dei crimini più efferati e ricordati nella storia della chiesa medievale.

Arrivati!

Alla fine siamo arrivati. Canterbury, città che da sempre ha esercitato un certo fascino sulla mia immaginazione. L’assassinio di Thomas A Becket, la metà dei pellegrini di Chaucer, l’inizio della Via Francigena… Sono tutti fattori che ci hanno quindi spinti verso queste terre. 

Canterbury è un po’ la Roma d’Inghilterra, sede dell’Arcivescovato (massima carica religiosa anglicana), e della bellissima St. Peter, San Pietro appunto. Con il suo bel gotico, slanciato, questa cattedrale domina l’area denominata precincts, racchiusa da mura, e in cui si ritrovano tutti gli edifici religiosi più importanti, tra cui anche la Lodge, dove abbiamo prenotato il nostro soggiorno per la notte. Un privilegio, perché alle 21:00 gli antichi portoni delle porte delle mura dei precincts vengono chiuse, e solo a pochi è concesso di avere una visione notturna della cattedrale… E una cattedrale gotica di notte ha un fascino decisamente indescrivibile.

Appena arrivati in cattedrale ci ha accolto una celebrazione pasquale. E durante tutta la nostra visita ci hanno accompagnato canti dolcissimi e solenne musica di organo, tanto da quasi farci vivere un’esperienza fuori dal tempo. La cripta semi oscura sotto il coro, e le altissime navate che si perdevano sopra di noi erano lo scenario in cui tutto si svolgeva… E ci siamo ritrovati piano piano a camminare nel medio evo. Un senso di silenziosa devozione ci ha preso e lasciato con il cuore stupito e leggero. Immagino come il povero contadino del ‘300 trovandosi in un luogo così incredibile che al tempo pareva costruito dalla mano di Dio stesso, unito allo stupore fosse rapito da tal timore di Dio che l’esperienza lo lasciasse senza fiato. Non riesco nemmeno ad immaginare quali giochi di luce e ombra fossero possibili in un luogo come questo, in un’epoca che non conosceva la luce elettrica, ma affidava il proprio percepire il mondo alla luce del sole, e a quella del fuoco…

Il labirinto di chiostri e edifici che poi abbiamo visitato, sempre parte del complesso della cattedrale ha chiuso la visita con il pezzo più forte… Arcate ricamate in pietra, cunicoli, colonne e colonnine, porte e giardini, tra rovine e edifici perfettamente mantenuti hanno costituito un momento di sfogo creativo fotografico incredibilmente alto. 

Insomma, anche questo cammino ci ha portato in posti incredibilmente suggestivi e affascinanti. Felice di averlo fatto e felice di averlo condivido con i miei fantastici compagni di viaggio.