Ultime ore

Ultimo ore. Le devo sfruttare al meglio. La lista l’ho spuntata! Ma non capisco perché lo zaino stenta a chiudersi.. Ma come: ho seguito le indicazioni di un mio amico che prima di me aveva fatto il cammino di Santiago ” zaino da 35 litri e regola del 3 di tutto”. Dunque riproviamo: 3 calzini, 3 pantaloni, 5 .. Ah ecco 5 magliette. Ok tolgo 2. Ma sono così carine. Aspetta, vediamo: ci deve essere qualcosa di meno utile. Non so per dire, la sacca d’acqua di 2 litri, serve proprio? Guardo la guida: scrive “rari posti di ristoro lungo il cammino”. Ok si per la sacca ! Dentifricio, asciugamano, biancheria.. Uff.. Serve tutto qui! Ma allora cos’è? … Ma questi lacci ai lati dello zaino a cosa servono? Li allento e magicamente lo zaino si amplia e tutto scivola al posto giusto. Primo problema risolto! Con una certa soddisfazione mi siedo sul divano e guardo il mio necessaire per i prossimi sedici giorni e mi rendo conto che tutto ciò che mi serve non è tutto ciò che ho e che forse nella vita basta poco per viaggiarci attraverso. Uno zaino, un paio di scarpe e tutta la tua volontà! Sono pronta. Domani si completerà un percorso e se ne aprirà uno nuovo, sconosciuto, impegnativo ma ricco soprattutto di buoni compagni! Sono pronta ragazzi.

LA VIGILIA

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Stamattina mi sveglio consapevole che è l’ultima giornata di lavoro prima della partenza. Cerco di cogliere qualche segno propizio che sia di buon auspicio per il viaggio. Il primo segnale positivo è che  le previsioni del meteo dicevano che da oggi inizia la vera estate,  SOLE per buona parte di agosto. Primo pensiero: guardo fuori e infatti piove. 

Non fa niente tanto partiamo domani. Domani cos’è? Venerdi? 

Nè di Venere nè di Marte, non si sposa non si parte. Dai non fare il solito terrone superstizioso, e poi io non ci credo. Comunque prima di uscire per sicurezza accendo un cero votivo e, al lavoro, saluto molto affettuosamente, con pacche sulla spalla, un collega con un po’ di gobba.

A fine lavoro saluto tutti e una collega mi augura buon viaggio e mi dice “vai piano!”

E in effetti rifletto e penso che almeno in questo viaggio potrò evadere da quel mondo che viaggia a ritmi elevatissimi,  dagli ingorghi delle strade, dove, per citare Woody Allen, “Il pedone rimane il più grande ostacolo al libero fluire del traffico”, e dalla realtà di oggi, dove tutto si basa sulla competitività pensando che questo porti benessere e progresso.  

Noi invece viaggeremo a una velocità lenta, lentissima, lontano dal traffico e dal caos, e tra di noi non ci sarà competizione, ma solidarietà e condivisione.

buona vita a tutti e.. andate piano!

Take care…

Mancano solo due giorni al debutto e fervono i preparativi…

Con un pizzico di incoscienza e senza sapere cosa ci spetta alimentiamo la nostra adrenalina a suon di post, messaggi su FB e quant’altro…Io per non saper ne leggere ne scrivere la mia scorta di cerotti e medicamenti vari la sto preparando, 330 km non sono poi uno scherzo anche per chi, come me, tutto sommato di strada camminando e correndo ne fa parecchia…Just in case come si dice…

Meglio non avere aspettative, quelle uccidono se poi vengono disattese. Cerco piuttosto di essere positivamente motivato e tutto quello che verrà sarà una conquista quotidiana vissuta con la serenità e la consapevolezza di chi ha voluto provare a se stesso che nulla é impossibile se ciò che si cerca é fortemente voluto ed é il frutto di un processo di cambiamento interiore.

Tante belle parole ma i chilometri sono tanti e le cose da mettere nello zaino pure…Sarà meglio che mi dia una mossa, del resto domani é vigilia….

 

 

 

Un Passo alla Volta…

“I now walk into the wild.” ― Jon Krakauer, Into the Wild

Più si avvicina il giorno della partenza, e più sento che la scelta di fare questa vacanza, così anomala per me, è giusta. Non è per le belle fotografie che spero di scattare, o per i progetti di lavoro che ho in testa che cercherò di sviluppare durante il viaggio, ma perché da quello che vedo quando ci incontriamo e da quello che leggo qui sul blog siamo tutti e quattro belli carichi, tutti e quattro pieni di entusiasmo, per un qualcosa che speriamo in qualche maniera ci segnerà la vita… e chissà, magari ripeteremo di nuovo assieme.

Certo è che il tema del viaggio, soprattutto a piedi, ci fa pensare alla metafora più ovvia, ovvero quella della vita. Ed è proprio così, più si cammina più ogni passo mi ricorda quello che il mio maestro di fotografia mi dice… “Take one day at a time”, prendi un giorno alla volta… fai un passo alla volta… nei momenti più complessi e confusi delle propria vita, in cui il futuro  non riesce ad essere una visione chiara, e nemmeno a segnare un percorso definito, e quindi a motivarci, la cosa migliore è concentrarci su piccoli obiettivi quotidiani. Un passo alla volta, un obiettivo alla volta… e ogni passo guida il successivo. Gioire di ognuno di questi passi sarà la parte più bella… In qualche maniera, è come se, con tutti i passi che faremo, noi quattro costruiremo qualcosa di nuovo, e ci lasceremo qualcosa alle spalle… un pezzo di vita, un pezzo di noi, ma per dare spazio alla novità: una nuova consapevolezza e una nuova vita. Un po’ come Kerouak scrive nel suo celeberrimo On the Road:

“Nothing behind me, everything ahead of me, as is ever so on the road.”

A piedi…hmmm… ogni tanto ci penso, e mi domando se ce la faremo, mi domando come sarà, e poi mi convinco sempre di più che sarà un’esperienza unica, soprattutto perchè affronterò me stesso, i miei limiti  e perché vivrò il mondo… (banale, ma assolutamente vero). Lo vedrò ad una velocità che non sarà quella dell’auto, dell’aereo, del treno, o della bicicletta, ma alla “giusta” velocità… per goderlo, per immergermi nei suoi profumi, toccarlo, gustarlo, per sentirmene parte… perché alla fine come dice Alex Supertramp in Into the Wild, è importante sentirsi forti, sentire che abbiamo compiuto l’impresa, non esserlo necessariamente…

“I read somewhere… how important it is in life not necessarily to be strong, but to feel strong… to measure yourself at least once.”

Non sarà impresa che verrà scritta nella storia, ma di sicuro verrà scritta nella mia, nella nostra… e dico nostra proprio perché, riprendendo ancora Alex Supertramp, la condivisione è alla base della gioia e della motivazione che ho per questo viaggio…

“HAPPINESS [is] ONLY REAL WHEN SHARED” ― Jon Krakauer, Into the Wild

NB: Foto dei miei piedi di Luca Tesser, scattata con Fujifilm X-T1 e Fujinon XF 56 mm 1.2

Prova, prova, 1 2 3 .. Prova

Stasera meeting finale pre-partenza; Giorgio ed io eravamo già in ritardo, ma puntuali, nel senso che all’ingresso ci siamo incontrati nonostante il ritardo !! Raddi e Marco erano già agli stuzzichini iniziali, birra e fritti da vero allenamento per il walking! Ma soprattutto c’erano loro: le protagoniste, le fotocamere Fuji! C’è le siamo provate addosso, in mano, scattandoci foto e selfie improbabili.. Sopra, il loro selfie!

E Ci Sono anch’Io…

E alla fine, arrivo anche io! Ma si sa, le donne si fanno sempre attendere! Il ritardo è una loro caratteristica, dicono! Io, a questa, devo aggiungere la mia singolare capacità di essermi ritrovata infilata, come unica donna, in questa avventura con questa specie di A-Team maschile all’italiana!!
Di questo improbabile gruppo sono la più indisciplinata! Allenamento poco, gambe rigorosamente sotto un tavolo bandito d’ogni pietanza e possibilmente, tempo di percorrenza tavola-divano-letto sotto i 30 passi!! E allora c’è da chiedersi perché mi sono infilata in questa ardua passeggiata! Non può essere tutto spiegabile dal fatto che, probabilmente, ero in modalità off quando ne abbiamo parlato e ho colto dei km solo il 30 e non lo zero a finire, oppure perché se c’ero, dormivo.. Ummm…. Lasciatemi pensare… Dunque… La ragione del mio viaggio è che a questi 3 uomini sono legata dalla comune passione per la fotografia (anche se Giorgio non ha ancora capito cosa amo fotografare!!! Te possino!!), ma soprattutto da una singolare e divertente amicizia che mi ha fatto pensare: “Naaa… Da soli non arriveranno mai a Roma, meglio che vada con loro!” Sì, perché nessuno sa che: Giorgio usa il navigatore anche per tornare a casa la sera dopo lavoro; Raddi ha impostato il navigatore chissà verso dove, sta di fatto che posta spesso foto della Francia; e Marco oramai a forza di “Dai Tramonti all’alba” sa solo navigare di notte, di giorno si mormora faccia vita ritirata perché il sole lo disorienta!!!
E così li seguirò (o più probabilmente li inseguirò!) in questo cammino che per me è anche un momento per perdermi rispetto ad una quotidianità che in questo periodo mi ha tolto un bel po’ di energia che solo un’ impresa totalmente al di là del tuo vivere può ridarti! Le scarpe giuste ci sono, la fotocamera è pronta settata sul bianco e nero che è la mia passione, la compagnia è … Vabbeh non può essere tutto perfetto 🙂 Ragazzi se mi sveglio in tempo, il primo agosto, partiamo!

Eravamo 4 Amici al Bar…

Ciao, sono Andrea Raddi, uno dei “quattro dell’ave Maria” che prenderanno parte a questo inusuale quanto affascinante modo di fare vacanza.Ho 47 anni e sono il “vecchio” del gruppo (solo sulla carta, sia ben inteso!) e gli altri non sono certo di “primo pelo” che non crediate, solo che tengono celata la loro vera età. Sono appassionato di fotografia, di escursioni all’aria aperta, amo correre, adoro viaggiare e tutto ciò che mi porta ad essere a contatto con il mondo che mi circonda. E’ proprio vero che chi nella vita non ha interessi é come un po’ “morto dentro”, manca di propulsione e di interesse. Bene, noi quattro siamo tutto fuorché morti dentro! La fotografia ci ha fatto conoscere un paio di anni fa, e la fotografia ci sta unendo in un’avventura quasi nata per caso che ci porterà lungo strade e sentieri di Toscana e Lazio per raggiungere Roma e dimostrare a noi stessi che tutto comincia con un primo passo, anche un percorso di migliaia di chilometri, che in tutte le cose se non si comincia la fine non arriverà mai.
Dopo un anno piuttosto “burrascoso” sul piano lavorativo , ho sentito veramente la necessità di rallentare, di riflettere e di portare alla luce il mio io, tutto ciò che ho dentro di me ma che per un motivo o per l’altro é rimasto soffocato sotto una coltre di timidezza ed incertezza. Ho deciso che devo essere un po’ più altruista…verso me stesso! Cominciare a fare ciò che ci piace piuttosto che ciò che ti impongono gli altri é la chiave di volta per una vita più serena, senza fuggire per questo dalle proprie responsabilità. Questo viaggio, oltre che dal punto di vista fotografico, mi aspetto ci porti sensazioni nuove, condivisione , e ci aiuti a riscoprire il dialogo e la franchezza che si ha con i veri amici, spogliandoci delle nostre maschere per affrontare a viso aperto la vita e le difficoltà che questa ci farà incontrare. E se riusciremo in questo torneremo a casa tutti un po’ più ricchi, una ricchezza che nessun conto in banca riuscirà mai ad eguagliare: la serenità interiore!
Auguro ai miei tre compagni un buon cammino, una buona luce per degli scatti memorabili ricordando che la strada che scorrerà sotto i nostri piedi é un po’ come la nostra vita, difficile, in salita, polverosa, dissestata, ma se portata a termine con entusiasmo darà dei momenti indimenticabili ed indelebilmente impressi nel nostro cuore. Io sono pronto

 

 

Preparativi per il Viaggio

Ecco i protagonisti di questa avventura.

Erano 5 amici che impiegavano serate a mandarsi messaggi in chat per cercare di organizzarne una di serata insieme, al pub, a bersi qualcosa, ma senza riuscirci.

Poi la organizzano quella serata… “Marco io sono già al tavolo, tu dove sei?” “iniziate a ordinare, vi raggiungo più tardi” “Ele dov’è?” “finiva tardi di lavorare, ci raggiunge”.E in quel pub e in quella sera che prende forma l’idea del viaggio, solo accennata tempo prima.

Si mettono le carte e le mappe del Cammino sul tavolo del pub e la prima impronta è segnata.

Poi, come ogni progetto, cambia la forma e anche la sostanza, forse si aggiunge un’altra amica e siamo in sei.

Invece no, l’amica non può partire, anzi, in verità anche Ele deve rinunciare al viaggio. Non siamo ancora partiti e già contiamo i primi dolorosi ma invitabili ritiri.

Cambia il numero dei partecipanti, in verità cambia anche la meta, ma poco importa perché quattro persone hanno deciso di mettere insieme 4 pezzi di vite diverse sulla rotta Francigena, 4 teste che non hanno molto in comune, neanche l’appartenenza geografica, ma poco importa.

Monica è responsabile del personale di un’azienda, e ci sono io, Giorgio, sindacalista in un’altra azienda. Ad Andrea piace la fotografia di paesaggio e non piace la cucina giapponese, ha la battuta sempre pronta e prende di mira sempre tutti, a me piace il reportage di viaggi e adoro il sushi.

A Monica… in realtà non ho ancora capito cosa le piaccia fotografare.

Poi c’è il nostro Guru, il maestro fotografo. Lui è di Venezia, città d’arte e fuori dal tempo, e lui la rappresenta in pieno in tutti i sensi, si chiama Marco, è del segno Leone e ha una criniera lunga bionda.

Un po’ come il leone sornione che campeggia un po’ ovunque nei palazzi veneziani e in piazza S.Marco.

E adesso comincia il vero viaggio, che attraverserà la Toscana e parte del Lazio, per finire a Roma, Caput Mundi.

A me allettava l’idea dello zaino, in cui metterci giusto qualche cambio, una bandana, l’immancabile poncho che mi auguro di usare almeno una volta, per poter camminarci sotto la pioggia e ovviamente l’immancabile macchinetta fotografica.

Mi allettava l’idea del viaggio on the road e della lunga strada da percorrere, passo dopo passo, di avere la compagnia di 3 balordi, ma nello stesso tempo di avere tanto tempo per essere soli.

Manca poco alla partenza e io: “Monica, tu sai cosa ci si deve portare? mi manderesti una lista?” Monica scrive in chat tutto d’un fiato : “zaino 45 litri. girare con il minimo peso, 3 cambi magliette, pantaloncini di cui almeno uno lungo, meglio se puoi staccare le gambe. 3 calzini tecnici una maglietta di pile, un poncho magari che copra anche zaino, un capello x il sole, un asciugamano tecnico ultraleggeri e ad asciugatura rapida, una corda di 2 mt per stendere la roba, delle spille da balia”

Non so a cosa mi serviranno, ma provo a cercare le spille da balia!

Perché “Zaini di Megapixel”?

Zaini di Megapixel è un progetto avventuroso fotografico. Zaini di Megapixel sono un professionista della fotografia, e 3 suoi appassionati allievi che decidono di vivere la fotografia viaggiando a piedi con il loro zaino. Una vacanza diversamente comoda, ma una fotografia diversamente vissuta. Non c’è nulla se non il desiderio di condividere, e vivere qualcosa di speciale assieme, forti della nostra comune passione che è la fotografia, e la voglia di raccontare.

Partiremo quest’anno con il suggestivo percorso della via Francigena che porta da San Miniato fino a Roma. 330 Km tra colli e borghi antichi fino ad arrivare a Roma. Arte, paesaggio, cucina, vini e sudore… la polvere della strada, ogni passo condiviso, e soprattutto l’amicizia e la fotografia che ci legano saranno lo stimolo a rendere questo viaggio qualcosa di speciale.

Ci supporteranno dei meravigliosi sponsor, e saranno fondamentali, dovendo limitare il peso trasportato durante il viaggio. Le fotocamere Fujifilm garantiranno leggerezza, trasportabilità e qualità importante agli scatti, che verranno usati in questo blog, ma che hanno l’ambizione di diventare una mostra e chissà forse qualcosa di più importante. Sono state scelte X-20, X-Q1, X-E2 e X-T1 fotocamere che danno ottima operatività in ogni situazione, pur mantenendo dimensioni ridotte e peso minore rispetto a delle reflex di pari qualità. Il leggero e compatto Manfrotto BeFree invece assicurerà stabilità nei momenti del crepuscolo e della notte.

Questo blog sarà il nostro diario di viaggio, gli appunti, le immagini, le sensazioni, la fatica, le emozioni che vogliamo condividere, con parole e foto…