Aggiornamento…

Primo breve aggiornamento.

Già giovedì scorso avevo ricevuto una conferma dalla BTP (British Transport Police) che la mia pratica era stata passata a “crime”, in modo da poter avere visione dei filmati delle telecamere della stazione, altrimenti interdetti alla visione per banali casi di oggetti smarriti. Devo dire che in questo la BTP è stata veramente grandiosa, mi ha seguito alla grande, e tutt’ora mi sta seguendo alla grande. Ho ricevuto lettera (in carta) ufficiale di acquisizione del caso, con tutti i riferimenti e numeri e procedure da seguire, e ho ricevuto email dall’investigatore che si sta occupando del caso.

La gioia nel vedere tutta questa macchina in moto per la mia adorata fotocamera è indescrivibile. Mi sento seguito, il che fa bene alle mie speranze, ma fa bene anche la mio ego che ne ha sempre bisogno…

Il contenuto dell’email, mi preoccupa però un po’. Come già verificato da noi pellegrini, la stazione anche se presenta orari di apertura, in realtà pare sia chiusa e senza personale. Mi domando però cosa costerebbe mandare un attendente dalla stazione più vicina (5 minuti di treno) ad aiutare gli investigatori. Eh sì, perché la registrazioni delle telecamere sono dentro la stazione, che però come già detto non è custodita… (!!!!) speriamo bene, perché ora mi domando se mai le registrazioni saranno disponibili. Pare che vengano cancellate automaticamente dopo 20 giorni… per cui ne ho ancora circa 9 prima di aver perso ogni speranza.

Nel frattempo, ho chiesto all’investigatore se riusciva lui a contattare la polizia locale, che pare misteriosamente incontattabile. Nè io sia dall’Inghilterra che da casa, né amici che risiedono in Inghilterra sono riusciti a chiamare il numero fornito attraverso il loro sito. Nemmeno il numero d’emergenza pareva funzionare… bah. Una delle ipotesi è che non essendo la stazione aperta, chi ha trovato la X-T1 possa averla portata alla polizia locale… ma direi che qui siamo a livello onirico, più che reale.

Sto cercando di usare anche i servizi di ricerca di immagini attraverso il numero seriale. Si può fare solo attraverso qualcuno in UK.

Vi aggiornerò.

Della Pioggia e delle Telecomunicazioni… (sbagliate)

Se il viaggio lungo la via Francigena dell’anno scorso fu caratterizzato da sole e caldo, questa passeggiata invece è iniziata sotto il segno dell’umidità. Pioggia battente per buona parte della giornata, ci ha limitato molto nei movimenti, ma nonostante questo non è riuscita a placare il nostro desiderio di percorrere le strade di una Londra che oggi ci appare estremamente affascinante.

Sarà proprio la pioggia (strano eh… in Inghilterra chi lo direbbe), sarà la meravigliosa commistione tra antico e nuovo, tra gotico e post moderno, tra il mattoncino tipico inglese e i colossi di vetro e acciaio, ma Londra come poche altre città al mondo, è riuscita nella sua evoluzione a trovare un bellissimo equilibrio tra le nuove costruzioni e le antiche… 

Percorrendo da Westminster tutto il South Bank fino al Tower Bridge, lo spettacolo di integrazione ci ha lasciato a bocca aperta, arricchendo il nostro spirito di pellegrini con una importante riflessione sulle metropoli e la loro evoluzione urbanistica… E trasformandoci almeno per qualche ora in stupiti turisti. 

Ero partito con l’intento di trovare e scoprire antichi angoli della città, che mi riportassero alla memoria i versi di Chaucer, e invece mi sono ritrovato in un mondo in cui mi sentivo a mio agio… In cui trovavo connessioni e parallelismi tra i moderni colossi in cemento armato, acciaio e vetro e le piccole costruzioni più o meno antiche che tra loro ancora trovano giusta collocazione. E così la bellissima Torre di Londra duetta a bordo Tamigi, con lo Shard di Renzo Piano, ben più alto, ma non così devastante come impatto… Anzi tra un arco Gotico e un altro fa capolino qua e la durante il nostro cammino, dimostrando come nuovo e vecchio, se saggiamente costruiti possono convivere in maniera sinergica, e contribuire alla bellezza di una città…

Ora scrivo da Dartford, nostra prima tappa… I vestiti sono appesi ad asciugare. Solo ora trovo la possibilità di farlo, poiché alcuni problemi con la tecnologia oggi mi hanno impedito di portare aggiornamenti a questo racconto. Fortunatamente ho tutto risolto e così, eccomi a darvi queste mie prime impressioni, di un’anima che ancora riesce a stupirsi del mondo, e di quello che viaggiare a piedi riesce a darmi… Si perché come si vede il mondo camminando non lo si vede in nessuna altra maniera, come lo si gode ad ogni passo non lo si gode in nessuna altra maniera, anche se la pioggia ti stordisce e l’umidità ti rallenta… Felice di essere qui, vi auguro buona notte… A domani.

Verso Canterbury…

Quando verso la fine del 1300, il grande poeta inglese Geoffrey Chaucer scrisse il suo capolavoro, “I Racconti di Canterbury”, dando uno spaccato della società inglese dei suoi tempi, l’Inghilterra era profondamente diversa da quella che incontreremo in questo nostro nuovo viaggio diversamente comodo.

Partiremo da Londra, più precisamente da Westminster Abbey, che non è il luogo da cui i pellegrini medievali del racconto di Chaucer partirono, ma è di fatto dove il poeta ora è sepolto. Passeremo però dove la famosa Tabard Inn era (dove tutto ebbe inizio), a Southwark nella zona del teatro shakespeariano Globe, e di lì come i viaggiatori medievali percorreremo la strada che ci divide dalla Cattedrale di St. Thomas A Becket, Arcivescovo martire veneratissimo nell’Inghilterra Medievale.

Perché questo viaggio? Perché Canterbury è da dove parte la via Francigena, piccola parte della quale abbiamo percorso l’anno scorso. Perché i “pellegrini” per eccellenza rimarranno nel nostro immaginario quelli di Chaucer, così diversi tra loro, come siamo noi, così ognuno con storie diverse da raccontare, come siamo noi, così però legati tra di noi nel condividere un’altra esperienza in cammino… Perché anche i pellegrini di Chaucer partirono in Aprile, sfidando le piogge e i venti dell’Inghilterra primaverile. Perché volevamo uno storia a cui ispirarci, ed un percorso che avesse antiche suggestioni. Perché la voglia di fotografare è tanta… e questo percorso univa metropoli, campagna, storia, letteratura e religione in un mix di stimoli, che ha stuzzicato la nostra voglia di raccontare con le immagini.

L’aereo ci aspetta stasera, siamo ancora presi da mille preparativi… ma domani si farà veramente sul serio.

Rimanete sintonizzati!

 

In Principio…

Whan that Aprill, with his shoures soote
The droghte of March hath perced to the roote
And bathed every veyne in swich licour,
Of which vertu engendred is the flour;
Whan Zephirus eek with his sweete breeth
Inspired hath in every holt and heeth
The tendre croppes, and the yonge sonne
Hath in the Ram his halfe cours yronne,
And smale foweles maken melodye,
That slepen al the nyght with open ye
(So priketh hem Nature in hir corages);
Thanne longen folk to goon on pilgrimages
And palmeres for to seken straunge strondes
To ferne halwes, kowthe in sondry londes;
And specially from every shires ende
Of Engelond, to Caunterbury they wende,
The hooly blisful martir for to seke
That hem hath holpen, whan that they were seeke.

Traduzione:

Quando in Aprile le dolci piogge cadevano
E penetravano la siccità di marzo alla radice, e tutte
Le vene erano impregnate di umore in tale potere
Da portare al generarsi dei fiori,
Quando anche Zeffiro con il suo fiato dolce
Ha esalato aria in ogni bosco e in ogni brughiera
Sopra i teneri germogli, e il nuovo sole
Ha percorso la sua metà del cammino in Ariete,
E gli uccellini hanno fatto melodia
Che dormono tutta la notte con gli occhi aperti
(Così la natura li punge nei loro cuori impegnati)
Allora la gente va lontano in pellegrinaggio
E i pellegrini (vanno) lungamente alla ricerca di lontani santuari
Variamente noti, si trovano in contrade forestiere,
E specialmente, fin dalle più lontane parti
Dell’Inghilterra, loro si recano a Canterbury
Per visitare quel santo benedetto martire, che veloce
Ha dato loro il suo aiuto quando erano malati.

(Geoffrey Chaucer, The Canterbury Tales)